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A Benevento agli arresti domiciliari il direttore di Ortopedia del Fatebenefratelli Antonio Piscopo. Nel mirino un immobile a Maiori Cronaca Provincia Provincia e Regione 

A Benevento agli arresti domiciliari il direttore di Ortopedia del Fatebenefratelli Antonio Piscopo. Nel mirino un immobile a Maiori

Arrestato su ordine del gip Loredana Camerlengo. e destinato ai domiciliari il dottore Antonio Piscopo, 68 anni, chiamato in causa come direttore del reparto di Ortopedia del Fatebenefratelli di Benevento, il cui nome era già rimbalzato all’onore delle cronache nel 2019, in una inchiesta del pm Assunta Tillo e della guardia di finanza nella quale erano rimaste coinvolte anche altre due persone, una delle quali nel frattempo deceduta. L’altra – Giosuè Scognamiglio, 66 anni, di Portici, rivenditore delle linee di ortopedia e traumatologia di una società – compare, come indagato a piede libero (per lui nessuna richiesta di misura), nell’ordinanza di custodia cautelare. Epilogo di un’attività investigativa che, come si ricorderà, aveva messo nel mirino l’acquisto delle protesi che vengono utilizzate nei pazienti che ne hanno bisogno. In una nota a firma del procuratore Aldo Policastro si legge che l’indagine avrebbe consentito di “acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla sussistenza di un ben collaudato sistema corruttivo, attraverso il quale il medico, all’epoca dei fatti primario del reparto di Ortopedia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, in accordo con i due referenti di zona di aziende fornitrici di materiali chirurgici, riceveva sistematicamente da questi denaro e altre utilità, per compiere atti contrari ai doveri di ufficio consistiti nell’acquistare, per gli interventi da lui programmati ed eseguiti tra il 2014 e il 2019, protesi ortopediche realizzate, commercializzate o distribuite dalle ditte riconducibili ai privati corruttori ai quali, in cambio, veniva garantita la fornitura quasi esclusiva delle protesi ortopediche e dei dispositivi medici presso l’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli” di Benevento”.

L’attività investigativa, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, perquisizioni presso il domicilio degli indagati e le sedi delle società coinvolte, escussione di persone informate sui fatti, acquisizione ed analisi di documentazione contabile, bancaria ed amministrativa, avrebbe permesso di ricostruire le presunte “dazioni e le utilità illecitamente ricevute dal medico, consistenti in erogazioni, con cadenza mensile, per complessivi per 315mila euro”, giustificate, a detta degli inquirenti, “artatamente con lettere di incarico per consulenze e formazione fittizie in realtà mai prestate né prestabili dal medico; dazioni mensili per complessivi € 185.779,00 pari all’8% del valore delle protesi vendute; lavori di ristrutturazione di un immobile sito in Maiori  per € 72.712,00; uso di uno scooter e di un’autovettura”. Attenzione puntata sul “rinvenimento di una vera e propria contabilità personale parallela tenuta dal primario ove erano registrati i proventi dell’attività lecita svolta presso l’Ospedale, nonché di quella derivante dallo svolgimento di visite private, ma anche di quella illecita percepita in nero ovvero di quella, sempre di natura illecita, provento di elargizioni. Il medico invero -riporta Ottopagine- teneva un accurato conteggio sia delle somme in entrata che in uscita, operazioni che trovavano plastica corrispondenza nei manoscritti reperiti presso uno dei soggetti corruttori, ove si evidenziavano le plurime dazioni di denaro, peraltro formalmente giustificate con contabilità artatamente confezionata”. Infine, “per giustificare e contabilizzare l’imponente flusso di denaro che confluiva annualmente dai conti della società verso quelli del sanitario, era stato escogitato il ricorso ad apparenti incarichi professionali, conferiti al medico per consulenze e corsi di formazione, documentati con fatture per operazioni inesistenti. Significativi sono stati, inoltre, i messaggi scambiati tra il medico e uno degli indagati per commentare l’andamento dei propri affari illeciti”.

Fin qui la ricostruzione della Procura, accolta dal Gip, ora l’attesa per l’interrogatorio di garanzia dell’indagato, che da un paio di anni lavora come professionista esterno al Fatebenefratelli, parte offesa nel procedimento con l’avvocato Gerardo Orlando

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